I membri della Royal Family devono adeguarsi ad alcune speciali regole del protocollo reale e, tra queste, ve ne sono anche molte legate al cibo.
Non tutti gli alimenti sono ammessi dal protocollo reale e per questo i membri della Royal Family devono osservare diligentemente una lista di permessi e divieti quando partecipano a banchetti ed ricevimenti pubblici. Scopriamo quali sono i cibi vietati dal protocollo e perché.
I cibi vietati alla Royal Family: di quali si tratta
Oltre ai cibi a rischio intossicazione e a quelli di difficile digestione, il protocollo reale prevede che i membri della Royal family non consumino cibi con le mani e che evitino quelli che possano creare rumori spiacevoli durante la masticazione. Tra questi vi sono i frutti di mare e i crostacei, gli spaghetti (banditi dai pranzi privati della famiglia ma non dai banchetti pubblici) e la carne cruda.
A proposito di quest’ultima l’ex maggiordomo della Royal Family, Grant Harold, ha dichiarato a Woman & Home: “È una mossa molto sensata evitare il pesce quando si è in giro per lavoro pubblico. Non vogliamo che un membro della famiglia reale abbia una seria intossicazione alimentare, soprattutto se è in tournée all’estero”.
Altro alimento bandito dai banchetti reali è il Foie Gras: sembra infatti che il Principe Carlo non abbia mai sopportato il trattamento riservato alle oche per ricavare il famoso paté francese.
Gli altri cibi off limits
Ai membri della famiglia reale sarebbe inoltre vietato il consumo di aglio e cipolle. Il motivo è abbastanza ovvio: durante i banchetti ufficiali è buona norma che vengano evitati sapori troppo forti che possano compromettere la freschezza del proprio alito. La Regina Elisabetta non amerebbe inoltre le uova bianche e le patate, motivo per cui anche questi due elementi sarebbero praticamente assenti dai pranzi e dai ricevimenti reali.
Ai membri della famiglia Reale non sarebbe inoltre consentito bere acqua del rubinetto (per ragioni di sicurezza legate a una eventuale intossicazione) e ovviamente sarebbe da loro sempre preferito il consumo di alimenti di stagione (e quindi non prodotti in serra).